EQUO COMPENSO, APPROVATA LA LEGGE CHE GARANTISCE 175 MILA PROFESSIONISTI DEL LAZIO, FRENANDO CALO DEI REDDITI E DIFFERENZE DI GENERE E DI ETA’

La legge approvata oggi sull’equo compenso è la risposta della Regione Lazio ad un governo centrale il cui il concetto ‘uno vale uno’ si trasforma nello svilimento delle professionalità e della formazione universitaria, con migliaia di laureati che ogni anno lasciano il Paese. La crisi economica non ha risparmiato i liberi professionisti, vittime di interventi di riforma che, anno dopo anno, hanno generato una concorrenza al ribasso, con conseguente impoverimento dell’opera professionale prestata.
Nel Lazio le disposizioni sull’equo compenso, inserite nella legge che ho presentato insieme al collega Salvatore La Penna, interessano circa 175 mila professionisti, motivo per cui questa legge ha trovato la convergenza di tutte le altre forze politiche che l’hanno condivisa e votata all’unanimità, sia in Commissione che in aula.
Nei limiti delle competenze legislative regionali, con questa legge andiamo ad introdurre strumenti per garantire che la Regione, le società controllate e gli enti strumentali riconoscano compensi equi ai professionisti dei quali si avvalgano. Allo stesso tempo andiamo ad assicurare al professionista di ricevere il pagamento delle spettanze dal privato, pena la sospensione del procedimento amministrativo in cui figura la prestazione del professionista. Vengono inoltre negate le autorizzazioni a chi non paga il progettista e fornito uno strumento utile a contrastare l’evasione fiscale.
La legge scaturisce da un proficuo ed intenso lavoro di confronto con tutti i professionisti, sia quelli organizzati in ordini, sia quelli privi di organismi di rappresentanza, tanto che si riusciti ad estendere l’equo compenso anche alle professioni non organizzate, per le quali non vi sono decreti ministeriali che fissino il compenso equo e a prevedere l’estensione del principio dell’equo compenso anche alle professioni sanitarie che esercitano la propria attività a tutela della salute dei cittadini tutti.
Tra gli obiettivi che ci siamo fissati quello di frenare l’incessante calo dei redditi dei professionisti italiani che, tra il 2005 e il 2017, si è attestato al 19%. Il dato che preoccupa di più è quello legato all’età e al genere, visto che il reddito medio di un professionista sotto i 40 anni arriva al 50% di quello di un over 45 mentre il reddito delle donne non va oltre il 56% di quello degli uomini.

Consulta il testo definitivo della legge